LA BRIANZA, UN MODELLO PER LA BURIATIA
Helena Ekinekova, ultima vincitrice del concorso di bellezza siberiano “Kto na sviete sviech mileie”, ha studiato alla Facoltà di Economia dell’Università di Irkutsk una disciplina singolare: nelle lezioni di Storia dell’economia da lei seguite era infatti previsto un approfondimento sullo sviluppo dell’autonomia delle imprese e delle sfere d’iniziativa privata durante la Perestroijka, che prendeva a modello le piccole-medie aziende e le radici contadine del territorio brianzolo. Insomma, come riproporre la Brianza in Siberia. Un argomento che suona surreale viste le dimensioni della regione asiatica, ma che se contestualizzato nella realtà e nella storia della Buriatia (la “repubblica agricola” del distretto di Irkutsk) trova una sua inoppugnabile coerenza.
“La Buriatia copre una superficie di circa 350mila chilometri quadrati – spiega la stessa Helena – distendendosi attorno all’area nord orientale del lago Baikal, al di sopra del confine con la Mongolia. Famosa soprattutto per le ricchezze legate alla caccia, questa regione è stata una delle poche a mettere in pratica le nuove opportunità offerte dalle riforme gorbacioviane negli ultimi anni dell’Unione Sovietica. Quel che oggi rimane dell’esperienza vissuta, sono solo le carcasse arrugginite dei sovkohz e dei kolkhoz abbandonati sull’onda entusiastica della libera iniziativa”.
Da sempre strenui difensori delle proprie origini nomadiche di stampo mongolo, i Buriati avevano scorto nelle leggi del 19 novembre 1986 l’opportunità di frammentare la proprietà comune della terra, che avrebbe dovuto rappresentare il capitale di partenza per istituire su di esse piccole-medie aziende a conduzione familiare, fissando autonomamente i propri indicatori economici e venendo autorizzati a stringere relazioni “orizzontali” con altre imprese, senza passare attraverso le fila burocratiche del Gosnab (l’ente di pianificazione delle imprese).
“Le ragioni del fallimento sono molteplici e complesse – riconosce ancora Helena – ma vanno anche imputate alla scarsa informazione sul progetto, che solo a partire dagli anni ’90 ha iniziato a divenire più chiaro alla luce dei legami instauratisi a Mosca fra l’establishment economico russo ed associazioni quali Vera Brianza, che ha esportato insieme ai prodotti locali anche idee più chiare”. Un messaggio filtrato sottilmente lungo la Siberia, per sbocciare ad Irkutsk avvolto nell’aurea del leggendario. Fatta eccezione per la capitale Ulan Ude, dove continua a svettare in piazza la più grande testa di Lenin del mondo (alta ben 5 metri), la Buriatia ha festeggiato quest’anno il suo 80° dalla fondazione nella completa amnesia del passato: i suoi 250 mila abitanti vivono per lo più a cavallo sulle montagne della zona, traendo sussistenza dall’allevamento del “sarlik” (un incrocio fra la mucca e lo yak), vendendo frutti di bosco sulle strade a lunga percorrenza, e ridando vita ad antiche forme di comunità agricole simili più all’obs_ina d’epoca zarista, che alle proprietà su cui è stato costruito il miracolo brianzolo. Una regione bucolica e fuori dal tempo, su cui gravano le mire dei dotti petroliferi che la Yukos oil intende far scorrere nella bellissima valle di Tunka, in direzione della Cina.
1 commento:
Ciao Alberto, complimenti per il blog e per l'autoritratto. A proposito di elezioni amministrative, io penso che mi sorbirò tutti i dibattiti/incontri che si terranno a Sovico, se vuoi venire anche tu....
Se non sbaglio il prossimo 2 giugno ci sarà la corsa/camminata dentro l'autodromo, io (salvo imprevisti) dovrei esserci.
Hai altri viaggi in programma nel prossimo futuro?
A presto e salutami Samantha.
Gabriele
Ps.
Come hai potuto mettere The Beach tra i tuoi film di riferimento?? è proprio una boiata!!! Leggiti il libro di Alex Garland che è molto meglio!!!
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