Al Flohmarkt si trova davvero di tutto. Basta avere pazienza, occhio acuto e dita sottili. Sulle bancarelle improvvisate che a fine agosto inondano il centro di Klagenfurt, può capitarti sotto mano il leggendario 45 giri “Der Kommissar” di Falco, datato 1982 e con firma originale del più estroso viennese che il pop conosca, esattamente come un elmetto prussiano dalla punta un po’ storta. E’ vero. Non sempre la mercanzia è perfetta, perché l’appuntamento si rivela più che altro un comodo pretesto per svuotare la cantina di casa, ma la rarità dei pezzi esposti lascia spesso di stucco. Ne sa qualcosa Cesare, che per accertarsi dell’autenticità di una cartolina su cui era riprodotto Franz Josef, quasi s’è fatto lasciare dalla moglie. Come lui, sono sempre più numerosi i collezionisti italiani che approfittano di una sortita oltrefrontiera, per via dell’assenza di professionisti e, conseguentemente, dei prezzi stracciati su cui questo mercatino delle meraviglie ha costruito la sua fama: fortuna che l’abbondanza di wuerstel sfrigolanti e birra Hirter contribuisce a lenire le interminabili ricerche.
Che sia mattina o sera, durante l’ultimo week-end del mese Klagenfurt pullula di giocolieri in costume, mimi da strada ed ambulanti specializzati in leccornie carinziane, pronti a prendere per la gola quanti vorrebbero invece scatenarsi sui tavoli, battendo il ritmo delle chitarre rock e delle fisarmoniche folk.
Non sono però la sola sete di rarità, o le tentazioni della cucina, ad instillare nel viaggiatore una sorta di dipendenza verso Klagenfurt. Chiunque nutra una forte passione per le arti ne cade vittima, soprattutto quando si è chiamati a scrivere della sua segreta bellezza e, proprio al Flohmarkt, ci si imbatta in un tomo un po’ impolverato, ma dal titolo inequivocabile: “Realismo fantastico”. Squisito ossimoro che, al di là della finezza retorica, pare conferire un senso fatidico all’ineluttabile ritorno nella città simbolo della Carinzia.
Lo confesso. Per una ragione o per l’altra, non sono mai riuscito a farne a meno. Ho foto di me a tre anni, mentre già sfido gli artigli del grande drago che tiene il municipio in ostaggio; a cinque mi hanno sorpreso sbirciare sotto la gonna di Maria Teresa, provocatoriamente impettita su un alto piedistallo nella Neues Platz. Persino da adolescente sono riusciti a smascherare i miei sospiri infranti, mentre lancio una monetina nella fontana dell’omino con la botte, augurandomi che il fiotto d’acqua da lui liberato faccia scivolare fra le mie braccia la bella Eva.
Klagenfurt è diventata la mia seconda casa, così come quella di scrittori, pittori, musicisti o scultori, proprio perché capace di parlare a cuore aperto dell’essenza più profonda dell’uomo: si specchia nel lago Woerther come l’io nell’anima cosmica, ne respira la vergine bellezza, ne trasuda i turbamenti nascosti, per poi rifiorire più profumata ed intensa che mai. Viene chiamata “la rosa del Woerthersee”, appunto, e dicono che qualsiasi spirito creativo immerga le narici della curiosità fra i suoi petali, ne resti avvinto per sempre.
L’ultimo di una lunga schiera è il pittore Ernst Fuchs che, caso vuole, viene oggi riconosciuto il massimo esponente del “realismo fantastico”, la corrente artistica cui è dedicato proprio il libro acquistato nelle mie incursioni collezioniste. La stessa corrente che ha ispirato la sua mano nella decorazione di una cappella interna alla chiesa parrocchiale, intitolatagli lo scorso ottobre direttamente dalla giunta cittadina.
Oltre vent’anni di lavoro ha richiesto la rappresentazione della sua Apocalisse, ma in essa i più angosciosi interrogativi dell’uomo sembrano trovare definitiva risposta. E così il mio eterno ritorno: draghi a sette teste trafitti da una lancia dorata che taglia la luna e il sole; una donna con le ali d’aquila fluttuante sul tetto, mentre un mare rosso sta per riversarsi drammaticamente sull’inerme spettatore; e ancora, templi aztechi, babilonesi e piramidi egizie bramate dagli occhi di Satana, contro il quale s’impone però lo splendore della Gerusalemme celeste: un tripudio di colori invertiti, linee deformate e prospettive sfuggenti, dentro cui trova catarsi l’ansia del nostro mondo alla deriva, in attesa che il caos della fine si raggrumi in un nuovo ordine.
Alle soglie del 2012, anno di profondo rinnovamento per le antiche mitologie, l’uccisione del drago apocalittico nella chiesa di una città che del drago stesso ha fatto il suo simbolo, assume un valore indubbiamente emblematico. Rivela al profano la sua essenza più profonda.
I tanti artisti di Klagenfurt vi riconoscono la titanica lotta portata avanti nei secoli, affinché il loro genio potesse infine liberarsi dalla morsa della mediocrità. La nudità che la signorina Else affida alla penna di Arthur Schnitzler; i turbamenti del giovane Toerless traditi dalle pagine di Robert Musil; i “luoghi eventuali” abbozzati nei versi di Ingeborg Bachmann.
Tutte le loro ferite, le pieghe delle loro anime, trovano oggi riscatto nell’uccisione del drago, proprio come invocano i fogli ingialliti del Literatur Museum, presso la stazione cittadina; eppure, ad uno sguardo più attento, prendono già forma nella grafia inquieta dei manoscritti lì custoditi, o nelle intime letture di volta in volta suggerite, lasciando trapelare l’incertezza di vivere in una terra immancabilmente sulla soglia: germanica nello spirito, ma quasi slava ai confini e al tempo stesso pervasa dalle provocazioni della latinità. La loro risposta è stata sempre la medesima: “Ancora mettiamo entrambi le mani nel fuoco – scriveva la Bachmann - tu per il vino del lungo fermento notturno, io per la mattinale acqua sorgiva, che non conosce i torchi”. E’ dunque l’azzurro del Woerthersee a conservare la purezza del loro sentire, la quieta sovranità delle acque a distillare l’essenza nascosta della città.
Non è un caso che il Lendkanal attraversi per chilometri l’intero tessuto urbano, dalle sponde lacustri sin quasi alla centrale Stauderplatz, irrorando Klagenfurt proprio come un’aorta pulsante: lungo le sue sponde, il verde s’insinua nelle abitazioni dagli aristocratici profili con la stessa freschezza di un respiro a pieni polmoni, mentre gli abitanti passeggiano o corrono seguendo sempre e costantemente lo stesso flusso, quello che porta dritti al lago. La necessità di preservare intatta questa linfa ispiratrice emerge addirittura dall’attenzione per i battelli usati, alimentati ad energia solare proprio per evitare che una sola particella inquini il più puro dei tesori cittadini.
Discendere il Lendkanal ha infatti assunto negli anni una dimensione quasi iniziatica, dal momento che il suo tragitto sembra percorrere all’indietro il cammino stesso dell’uomo: costeggia il Minimundus, un parco spettacolare dove le più insigni creazioni della Terra sono ridotte alle dimensioni di un bonsai e l’occhio del neofita si fa grande come quello di un dio; più avanti si attraversa un eden per troppo tempo incustodito, il Reptilienzoo, dove il serpente della prima mela ha ormai preso casa e convive con le specie più velenose del mondo. Le stesse che devono aver trasformato in sculture di pietra gli incauti vagabondi spintisi nei 22 ettari dell’Europapark. E’ l’ultima insidia prima di poter avvicinare la meraviglia del Woerthersee.
Il mistico azzurro cantato da Georg Trakl. Poco oltre, la presenza di un lido protetto invita infatti a regredire ad una dimensione quasi adamitica, lasciando che i corpi abbandonino le vesti della civiltà, per ritrovare l’abbraccio delle acque materne.
Proprio qui, nei pressi della “spiaggia pubblica” di Klagenfurt, non lontano dal molo da cui partono i battelli per esplorare le baie del Woerthersee e le sue magnifiche ville asburgiche, la penisola di Maria Loretto è pronta a suggellare la discesa iniziatica con una promessa per la vita.
L’omonimo castello che ne disegna il profilo è stato recentemente riportato ai suoi antichi fasti, recuperando lo spirito gaudente in virtù del quale, nel 1652, il conte Johann Andrae von Rosenberg fece del palazzo una dimora di piacere, impreziosita da rigogliosi giardini all’italiana. Già all’epoca, infatti, l’ammirazione per l’architettura nostrana risultava talmente forte, che Maria Loretto finì per assumere le sembianze dell’Isola Bella sul Lago Maggiore, venendo circondata da una flotta d’imbarcazioni in legno ispirate ai gondolieri veneziani. Nessuna sorpresa se oggi il castello sia tornato la sede più richiesta per celebrare eventi solenni, così come per scambiarsi il fatidico sì, sia che ci si raccolga di fronte alle candele del ristorante interno o sui prati affacciati verso il Woerthersee.
Con un microclima mediterraneo e temperature che possono sfiorare i 27 gradi, sin da maggio il lago si fa apprezzare per le sue attrattive ricreative e balneari, ma il ruolo giocato nella vita cittadina appare ben più pervasivo: se in estate le sue sponde sono dominate da un proscenio che offre spazi d’esibizione simili a quelli di un antico anfiteatro greco, sono le lunghe wanderung a plasmare davvero il carattere dei residenti. A spingerli sul lago in qualunque condizione, a qualunque ora, in tenuta da running così come a bordo delle canoe, ma sempre all’ascolto del segreto genio che astutamente si cela fra i suoi canneti e i suoi boschi.
Come i loro illustri predecessori, gli abitanti di Klagenfurt ritrovano nelle passeggiate meditative lungo la promenade il senso più profondo dell’eterna empatia fra lago e città, la meraviglia di una natura che quotidianamente bussa alla porta di casa, quando gli svassi si levano in volo o le ninfee dischiudono il profumo delle idee. Già lo aveva intuito Gustav Mahler, che pur amando il calore degli applausi tributatigli nel settecentesco Stadtteather, non riusciva a comporre in modo grandioso se non in un’appartata casetta in riva al Woerthersee, oggi meta di filosofici pellegrinaggi per via del doppio anniversario che lo ricorda (dopo i 150 anni dalla nascita dello scorso anno, il 2011 celebra i 100 dalla sua scomparsa con numerosi concerti ed esibizioni in città).
Sono però le parole della malinconica Albertine ad aver reso davvero immortale la promessa che il lago sempre rinnova, ma solo a pochi sa dispensare: “Fu sul Wörthersee, poco prima del nostro fidanzamento, Fridolin; una splendida sera d’estate un bellissimo giovane si fermò davanti alla mia finestra che guardava sull’ampia distesa del prato, ci mettemmo a parlare e durante quella conversazione pensai: che ragazzo simpatico e affascinante – se dicesse ora una sola parola, quella giusta naturalmente … – stanotte potrebbe avere da me tutto quel che vuole…Ma l’incantevole giovane non pronunciò mai quella parola”.
LE SPIAGGE DEL WOERTHERSEE
Con una larghezza di circa due chilometri, occupati quasi per intero dalla “spiaggia” di Klagenfurt, il lato orientale del Woerthersee forma una delle più grandi aree balenabili lacustri d’Europa. Apprezzato e più volte decantato dall’aristocrazia asburgica, questo lembo mediterraneo nel cuore della Mitteleuropa ha visto crescere enormemente la sua popolarità a partire dal 1924, anno in cui fu ufficialmente istituito il lido della città. Non a caso, oggi, hanno qui luogo diverse competizioni sportive di valore internazionale, fra cui la tappa austriaca del Grand Slam di beach volley (dall’1 al 2 agosto) e la gara di nuoto che rientra nel massacrante triathlon sostenuto dagli Iron Men (3 luglio). Il lido si compone in realtà di tre diverse spiagge: oltre a quella direttamente legata alla città, si distinguono le piccole insenature di Maria Loretto e di Maiernigg, più appartate e dunque più vicine al gusto aristocratico di un tempo. Grazie all’intensità dei suoi colori, alla purezza delle acque e alle numerose ville in stile “lacustre” (progettate da illustri architetti dell’impero come Franz Baumgarten e Josef Viktor Fuchs) , il Woerthersee è diventato negli ultimi anni anche un apprezzato set cinematografico e televisivo: non è infatti raro incontrare sulle sue sponde famosi attori ed eccentrici vip.
L’APOCALISSE DI ERNST FUCHS
Pittore. Poeta. Cantante. Visionario. Gli appellativi si sprecano, ma di certo Ernst Fuchs, classe 1930 (www.ernst-fuchs-centrum.com), è noto a livello internazionale per essere uno dei fondatori del “Realismo Fantastico”, scuola artistica viennese del periodo postbellico. Erede della tradizione espressionista austriaca, ma anche grande rielaboratore delle influenze surrealiste (fra i suoi ammiratori annoverava Salvador Dalì), mescola nelle proprie opere sia simbolismi esoterici che immagini alchemiche, dando vita a mondi e personaggi di fortissimo impatto emotivo.
Recatosi a Gerusalemme oltre mezzo secolo fa per iniziare la decorazione dell’abbazia benedettina della Dormizione, negli anni seguenti ebbe modo di conoscere fra le sue pareti il teologo carinziano Karl Matthew Woschnitz: i due divennero a tal punto amici, che Fuchs decise d’impegnarsi in un titanico progetto artistico a Klagenfurt, interamente dedicato all’Apocalisse. Il risultato, dopo vent’anni di lavoro, è oggi visibile a tutti nella piccola cappella della parrocchiale di St. Egidio. Su una superficie di oltre 160 metri quadri è stato infatti rappresentato quel che lo stesso artista ha definito “un mondo dietro lo specchio dell’inconscio e dell’archetipo, degli spazi sublimi e delle profondità dell’animo umano”. L’impressionante sequenza di affreschi in tempera d’uovo, con inserti d’alluminio e marmo di Carrara, raccoglie tutte le figure iconiche dell’evangelista Giovanni, a partire dalla Madre Celeste al Libro dei Sette Sigilli, senza dimenticare i Cavalieri dell’Apocalisse o l’Arcangelo Michele. Imperdibile.
L’AORTA DI KLAGENFURT
Il matrimonio era nell’aria sin dal XIII secolo. Legare Klagenfurt al Woerthersee apparve infatti una necessità strategica già ottocento anni fa, quando gli architetti Heinrich ed Albert Haileck progettarono un canale di comunicazione fra città e lago, onde poter meglio prevenire gli incendi nel centro urbano. Grazie alle notevoli dimensioni, 40 metri di larghezza e 10 di profondità, questo tracciato di oltre quattro chilometri finì però per essere sfruttato come una vera e propria via di comunicazione e trasporto, animando sempre più la vita commerciale della città. Nel periodo d’oro vantava addirittura una flotta di oltre 100 imbarcazioni. Quando poi l’aristocrazia dell’Impero iniziò a trascorrere la propria estate sul lago, il Lendkanal si trasformò in uno dei primi servizi “turistici” di collegamento su acqua in Europa: già nel 1883, smistava oltre 60mila passeggeri all’anno. Nel 2011 è destinato a tornare prepotentemente alla ribalta, grazie al lancio di un nuovo modello d’imbarcazione che sostituirà l’alimentazione elettrica a quella solare, al fine di garantire un servizio ad impatto zero e totalmente silenzioso. Scivolare sulle sue acque sarà dunque un’avventura ancor più delicata che pagaiare in canoa, regalando piena intimità alle coppie dirette verso la romantica penisola di Maria Loretto.
SAPORI E OSPITALITA’
RISTORANTI
GASTHAUS IN LANDHAUSHOF
Landhaushof 1, Klagenfurt 9020
Si trova al centro di Klagenfurt, nella "Landhaus", il grande palazzo sede della Regione e dove si raduna il governo della Carinzia. Qui si mangia sotto bellissime volte rinascimentali, con portate tipiche a base di selvaggina, pesci d'acqua dolce, cotolette alla viennese, ma anche arrosto di maiale ed omelette sminuzzata con susine cotte. La specialità della casa sono tre combinazioni di bollito presentate con i relativi contorni. A mezzogiorno ci sono menu economici e a cena menu speciali.
SALUD ALM
St. Veiter Straße 9,
9020 Klagenfurt am Wörthersee
Questo nuovo ristorante ha aperto lo scorso settembre nel centro della cittá ed offre una ricca offerta. Al piano terra si mangia arrosto di maiale con “Sauerkraut” o “Rippalan mit Semmelknödel” (un tipo di gnocchi), mentre al piano inferiore si balla musica schlager, così come hit moderne.
MARTIN BUERGER
Keutschacher Strasse, 33 - 9535 Schiefling, Austria
Tel. 0043.04274/2784
Nelle vicinanze dell’idilliaco Keutschachersee, a non più di una decina di chilometri da Klagenfurt, una familiare gasthof dove concedersi qualche specialità carinziano-slovena. Dai piccanti cevapcici (polpettine grigliate con aromi e spezie, in salsa di peperoni ajwar) alla stuzzicante pjescavitza (sorta di hamburger soffritto su base di cipolle rosse), con gran finale di kaisersmarren (frittelle con marmellata di mirtilli).
ALBERGHI
HOTEL PLATTENWIRT
Friedelstrand 2, 9020 Klagenfurt am Wörthersee
Hotel quattro stelle ricco di tradizione, é situato nella splendida cornice del parco europeo del Wörthersee, a pochi metri dalla spiaggia e dalla fermata dell´autobus per il centro. Nei dintorni ottimi ristoranti per esigenti buongustai, attracco barche, Minimundus, zoo dei rettili e Planetario.
HOTEL RÖSCH
Süduferstrasse 55, 9020 Klagenfurt am Wörthersee
Tre stelle votato al benessere, si trova nella baia orientale del lago Wörthersee, in posizione decentrale, ma comoda per raggiungere il cuore di Klagenfurt, e dispone di lido privato, così come di risorse wellness. Le camere, da poco rinovate ed arredate in stile country o modern business, offrono ogni comfort per qualunque tipo di soggiorno.
PICHLERHOF
Se siete in cerca di pace e relax, quest’antica fattoria sulla collina che domina il Rauschelesee è l’oasi in cui riparare. Si trova nel villaggio di Hoeflein, lungo la strada diretta a Velden-Klagenfurt. Mette a disposizione sia stanze private che appartamenti, con tipiche colazioni a base di succo d’arancia, marmellate artigianali, affettati, uova fresche, paté e formaggi di produzione locale.
1 commento:
Non varcare le nostre labbra,
parola che semini il drago. (I.B.)
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