GLI UFO NELLA PREISTORIA
Bhimbetka - Aguzzare la vista non è solo diletto per gli amanti della “Settimana enigmistica”. Se ci si sforza anche a Bhimbetka, sito dell’India centro-settentrionale con la più alta concentrazione al mondo di pitture rupestri (si contano oltre 600 caverne con testimonianze comprese fra il Paleolitico ed il Neolitico), si possono notare insolite forme discoidali d’ambigua interpretazione: seguendo le ipotesi del professor Wakankar, che scoprì le prime raffigurazioni nel 1953, alcuni studiosi sono oggi dell’idea che Bhimbetka metta di fatto in scena molti degli episodi epici narrati nella letteratura sacra dei Rig-Veda e del Mahabharata. Anzi, proprio quest’ultimo, attraverso la figura di Bhima (un eroe di cui ricorda le gesta), avrebbe indirettamente ispirato il nome del complesso d’arenaria.
“Non è un caso che scene di battaglia e di cacciagione – fa notare Shivaprasad, uno studioso locale - si ripetano sia in pigmentazioni rosse che bianche, a testimonianza dell’ampio arco temporale coperto. Ma non sono le sole: si distinguono pure riti tribali, danze di gruppo, branchi di belve feroci e mandrie di animali domestici (fra cui molti cavalli “pre-vedici”, la cui presenza nell’India più arcaica mette in seria difficoltà quanti sostengono il loro esclusivo arrivo a seguito della calata degli Ariani)”. Ci sono infine strani “dischi” che - stando alla lettera di alcuni passaggi vedici - avrebbero preso parte alle violente battaglie del passato, confermando la teoria di chi vuole vedere nella civiltà harappiana un modello di organizzazione sociale assai più elevato di quanto si supponga, capace di perpetrarsi nella successiva civiltà vedica senza soluzione di continuità. L’analisi dei Rig-Veda compiuta da Georg Feuerstein e Subhash Kak, due moderni teosofi, mostrerebbe addirittura come i versi dell’opera altro non siano se non complessi codici matematici per calcolare le processioni equinoziali della Terra, in vista di fini agricoli.
“Nelle vicinanze di Bhimbetka – aggiunge Shivaprasad – sorge fra l’altro il più antico sito buddista indiano, Sanchi, dove la tradizione esoterica dei monaci gialli sostiene sia apparso, attorno al 1937, Chakravarti: il misterioso Re del Mondo che abita la città nascosta di Shaballah, per i tunnel della quale si aggirerebbero mezzi simili proprio a “dischi volanti”. La sua apparizione fra rotondi stupa di pietra, costruiti 23 secoli fa dal pentito ed ex-sanguinario sovrano Ashoka, sarebbe stata dettata dall’avvicinarsi di un grave pericolo su cui tuttora ci si interroga”.
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