"Da quassù la Terra è bellissima, azzurra, e non ci sono confini o frontiere" (Juri Gagarin)

sabato 1 maggio 2004

QATAR




COMBAT POP

Il Qatar ha sempre esportato magnifiche perle nel resto del mondo, senz'accorgersi di essere lui stesso il monile più prezioso della penisola arabica. Un piccolo paese dai mari fiabeschi e dai deserti incantati, ricco e moderno, ma nonostante questo ancora sconosciuto al grande pubblico. Esattamente come una perla, il Qatar non è però per tutti. Qualora non si possieda un pozzo di petrolio, viverci diventa davvero arduo, checché ne dica l'emittente Al Jazira e il suo vulcanico emiro-presidente-imprenditore edilizio. Nulla a che vedere con le restrizioni della Sharia o le minacce terroristiche di alto tradimento: è solo questione di dollari. Qui la parola non è mai stata così libera.
Lo sa bene Nancy Ajram, la più famosa e seducente stella pop del mondo musulmano, intervenuta nel concerto per il 4° summit mondiale del turismo, ospitato a Doha.
Chi pensa che questa splendida ventenne libanese dagli occhi blu sia una semplice meteora dello show business si sbaglia di grosso: venduti milioni di dischi da Beirut a Riyahd, da Il Cairo a Teheran, e con soli quattro album alle spalle, è oggi probabilmente il personaggio arabo più discusso dopo Saddam Hussein.
A suo modo, infatti, Nancy sta portando avanti una rivoluzione non violenta, o se si preferisce una lotta d’emancipazione femminile, che raccoglie proseliti fra le donne di tutto il mondo mediorientale: canta senza velo, sperimenta irresistibili contaminazioni fra ritmi disco e musiche arabe tradizionali (come testimoniato dalla prima pubblicazione del 2000, “Ya salam”, alla recente fatica “Ah wi nus”), sfrutta sul palco la propria bellezza fisica come arma politica, al fine di offrire al gentil sesso un esempio di valorizzazione del proprio ruolo in una società ancora fortemente maschilista. Bastino le polemiche scatenate nel parlamento egiziano per la sua “provocatoria” esibizione a Il Cairo, avvenuta il 17 aprile scorso a fianco del cantante Enrique Iglesias.
Non è dunque un caso che la giovane cantante abbia scelto il summit per lanciare un messaggio di riconciliazione all’Occidente: posare per una foto in cui un esponente di origine araba ed uno di origine occidentale sostenessero insieme un petalo di rosa bianco, simbolo di pace e rispetto in Medio Oriente. Il suo personale regalo per la festa del 1° maggio.
Un invito per scoprire il mondo arabo da una delle sue porte d'accesso più accoglienti: nuovi itinerari sono in fase di elaborazione per esplorare il deserto su fuoristrada 4WD, equipaggiati per garantire un viaggio sicuro ma spettacolare su dune alte sino a 60 metri; fra queste si può sciare o semplicemente accamparsi per assistere a spettacoli tradizionali attorno al fuoco, mentre il tepore delle acque marine attende gli intrepidi che vogliono gettarsi alla ricerca delle perle o studiare la feconda vita ittica dei fondali, insieme a campi da golf di valore internazionale (le 18 buche del Doha Golf club ha ospitato nove dei più importanti campionati di disciplina) su cui scordare ogni affanno.
Le fortificazioni in fango di Umm Salal Mohammed, la necropoli di Umm Salal Ali risalente al terzo millennio a.C. o le tre torri circolari di Al Zubara sono solo alcune delle più importanti testimonianze storiche del paese, abitato sin dall’epoca neolitica e plasmato dalla vivace cultura beduina. Ma il Qatar guarda tanto al passato, quanto al futuro, visto che nel 2006 qui si svolgerà la quindicesima edizione dei prestigiosi giochi olimpici asiatici. E c'è da scommettere su chi sarà la testimonial della cerimonia inaugurale...

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