"Da quassù la Terra è bellissima, azzurra, e non ci sono confini o frontiere" (Juri Gagarin)

lunedì 3 marzo 2008

FANGO&GLORIA



Ad alcuni è parso un gesto più tennistico che da podista, ma tant’è. Sarà forse colpa di quella fascetta rossa in fronte, scambiata inspiegabilmente per una giarrettiera, che sorte vuole sia sopravvissuta alle paludi del Mekong, dopo un acquisto a cuor leggero fra le bancarelle di Bangkok. O forse, l’aver dovuto portare sulle spalle l’impegnativo nomignolo di “Vichingo”, ha finito per influenzare davvero quel maldestro capellone numero 380, piegatosi al traguardo sulle ginocchia, proprio come fece il grande Borg in una delle epiche finali contro McEnroe a Wimbledon. Invece sabato 1° marzo si era nella ben più agreste Carate Brianza, non era in gioco alcuna coppa dorata e, anziché ricevere gli onori da parte della duchessa di Kent, si è dovuto sputare sangue e sudore nella villa dei conti Negri. E’ qui che ha avuto luogo la sesta ed ultima gara del 22° Trofeo Brianzolo di corsa campestre, durante la quale Master, Sir e Lord non sono comunque mancati.
Spalleggiato da un manipolo di agguerriti cavalieri, in divisa fortunatamente non solo azzurra, alla linea di partenza lui era di nuovo lì. No. Non Berlusconi. God save the Queen! Cappellino bianco calcato in testa, canino lucente nella miglior tradizione manga, piedi impolverati in attesa dello sparo risolutore: via! Nell’impeto barbarico dei corridori che non devono chiedere mai, Lord Blacks ha rinnovato per la quinta volta di fila il suo personale faccia a faccia con Vichingo, prendendo in contropiede persino Bruno Vespa. Vero è che qualcosa del neo-conduttore deve aver fatto presa sui due, non avendo trovato altra spiegazione al loro disperato “..zz! %??@ zzz!! ##?$..zzzzz! £%@” in risposta agli incitamenti del pubblico, ma scagli la prima pietra chi non si è mai concesso licenze onomatopeiche sui 6 chilometri.





Nonostante la distanza di Vichingo su Lord potesse far credere ad una gara a senso unico, una volta ancora il runner amante dei gambaletti in piscina ha dato prova di non cedere mai un metro, di essere sempre pronto a sfruttare un eventuale calo dell’avversario, di ritrovare insospettabili forze nell’urlo meneghino dei suoi sostenitori a bordo pista. Dall’altra Vichingo si è esibito in un inedito passo da biondo wallaby preda di convulsioni Agiolax, che ha senza dubbio aiutato ad affrettare il taglio del traguardo sull’inseguitore. Un 4 a 1 nel conteggio delle vittorie, che non cancella tuttavia lo smacco dello scavalcamento in classifica generale, per via della mancata partecipazione alla prima gara stagionale. Allora fu la caviglia a tradirlo, ancora convalescente per una brutta distorsione occorsagli solo poche settimane prima. Ma poco importa: a vincere su tutto sono state l’amicizia, la consapevolezza che non si raggiungono risultati senza sfide, il divertimento di mettersi in gioco, senza la pretesa di essere eroi ad ogni costo. Presto o tardi, sarà di nuovo il campo a dispensare fango e gloria…onore al Road Runners Club di Milano e alla Daini di Carate

IL VIDEO DE IL BIONDO, IL BRUNO E IL CASTAGNO... ;-)

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